Pieve dei Santi Nazario e Celso
Scheda
Nome | Descrizione |
---|---|
Comune | Prasco (Apre il link in una nuova scheda) |
Indirizzo | Località Prasco-Stazione - c/o cimitero |
Storia e descrizione dei siti:
L’attuale CHIESA CIMITERIALE, INTITOLATA AI SANTI NAZARIO E CELSO, ha una storia, millenaria. Non è, al momento, storicamente comprovabile che fosse una pieve, però sussistono numerosi documenti che rendono l’ipotesi verosimile. In questo caso essa potrebbe identificarsi con la pieve di Caramagna, che viene citata molte volte dalle fonti medievali. La chiesa ebbe vita fiorente per circa cinque secoli, dal 1000 al 1500, quando pare fosse intitolata al solo san Nazario. In seguito, la costruzione della chiesa parrocchiale nelle vicinanze del castello e le tremende pestilenze dell’epoca la ridussero all’esclusiva funzione di chiesa cimiteriale e di lazzaretto. È in questo periodo, probabilmente, che alla dedicazione originaria si aggiunse il nome di san Celso e la doppia intitolazione venne poi assunta anche dalla nuova parrocchiale.
In origine l’edificio era a campata unica, con transetto a tre absidi. Divenuta, nell’800, proprietà comunale, la chiesa è stata oggetto durante il ‘900 di numerose operazioni di restauro, tra le quali l’eliminazione dell’abside destra. Il tetto è stato più volte ripristinato e quindi interamente rifatto in castagno con cassonatura a vista di abete. L’originaria pavimentazione in pietra di vena locale è stata sostituita da un pavimento in cotto. Nel 1958 venne deturpata all’esterno dalla costruzione di alcuni colombari e, in facciata, dall’aggiunta di due cappelle simmetriche.
L’abside di sinistra rimane integro e conserva ancora la luce romanica. La facciata a capanna è sormontata da un piccolo campanile a vela (rifatto nel ‘700). La struttura muraria è estremamente povera e priva di elementi decorativi. Solo il portale, le monofore e le absidi sono in pietra lavorata a scalpello.
Il CASTELLO risale al XII secolo, sede dei feudatari del luogo, è documentato a partire dal 1192, anno in cui risulta già costruito e luogo di esercizio di funzione pubblica.
Nel 1827 il conte Ferdinando Piuma intraprese il restauro ed il rifacimento della parte del castello destinata ad uso abitativo padronale.
Il complesso edilizio consente di identificare gli spazi un tempo riservati all’abitazione dei feudatari e quelli destinati invece alla funzione pubblica di governo, di esercizio della giurisdizione e di difesa, come la sala d’armi, la soprastante sala delle udienze e la sovrapposta loggia della guardia. Questi ambienti sono dotati di autonomi accessi costituiti da un portone esterno con affaccio sulla piazza della Chiesa e da una autonoma scala. Il castello consta di un corpo centrale con tre torrioni addossati. La costruzione principale si erge su un ampio terrapieno, è dotata di tre cortili oggi tenuti a prato e si eleva sulla strada con una cinta muraria alta dagli otto ai dodici metri circa.
Descrizione dei ritrovamenti:
Presso il cimitero è stato scoperto un insediamento abitativo di età romana, afferente al territorio di Aquae Statiellae. L’edificio comprende due corpi di fabbrica collegati da un passaggio e suddivisi all’interno da vani allineati, in parte destinati ad attività artigianali, rivelate dalla presenza di scorie, e affacciati su un cortile con pozzo coperto. La prima fase costruttiva è del I sec d.C., la seconda del IV-V secolo.
Informazioni:
La pieve dei SS. Nazario e Celso, è sita nel cimitero, a nord dell’abitato, sulla Strada Provinciale 206 (non è da confondere con la Parrocchiale dal medesimo titolo, nel centro storico.)
L’attuale CHIESA CIMITERIALE, INTITOLATA AI SANTI NAZARIO E CELSO, ha una storia, millenaria. Non è, al momento, storicamente comprovabile che fosse una pieve, però sussistono numerosi documenti che rendono l’ipotesi verosimile. In questo caso essa potrebbe identificarsi con la pieve di Caramagna, che viene citata molte volte dalle fonti medievali. La chiesa ebbe vita fiorente per circa cinque secoli, dal 1000 al 1500, quando pare fosse intitolata al solo san Nazario. In seguito, la costruzione della chiesa parrocchiale nelle vicinanze del castello e le tremende pestilenze dell’epoca la ridussero all’esclusiva funzione di chiesa cimiteriale e di lazzaretto. È in questo periodo, probabilmente, che alla dedicazione originaria si aggiunse il nome di san Celso e la doppia intitolazione venne poi assunta anche dalla nuova parrocchiale.
In origine l’edificio era a campata unica, con transetto a tre absidi. Divenuta, nell’800, proprietà comunale, la chiesa è stata oggetto durante il ‘900 di numerose operazioni di restauro, tra le quali l’eliminazione dell’abside destra. Il tetto è stato più volte ripristinato e quindi interamente rifatto in castagno con cassonatura a vista di abete. L’originaria pavimentazione in pietra di vena locale è stata sostituita da un pavimento in cotto. Nel 1958 venne deturpata all’esterno dalla costruzione di alcuni colombari e, in facciata, dall’aggiunta di due cappelle simmetriche.
L’abside di sinistra rimane integro e conserva ancora la luce romanica. La facciata a capanna è sormontata da un piccolo campanile a vela (rifatto nel ‘700). La struttura muraria è estremamente povera e priva di elementi decorativi. Solo il portale, le monofore e le absidi sono in pietra lavorata a scalpello.
Il CASTELLO risale al XII secolo, sede dei feudatari del luogo, è documentato a partire dal 1192, anno in cui risulta già costruito e luogo di esercizio di funzione pubblica.
Nel 1827 il conte Ferdinando Piuma intraprese il restauro ed il rifacimento della parte del castello destinata ad uso abitativo padronale.
Il complesso edilizio consente di identificare gli spazi un tempo riservati all’abitazione dei feudatari e quelli destinati invece alla funzione pubblica di governo, di esercizio della giurisdizione e di difesa, come la sala d’armi, la soprastante sala delle udienze e la sovrapposta loggia della guardia. Questi ambienti sono dotati di autonomi accessi costituiti da un portone esterno con affaccio sulla piazza della Chiesa e da una autonoma scala. Il castello consta di un corpo centrale con tre torrioni addossati. La costruzione principale si erge su un ampio terrapieno, è dotata di tre cortili oggi tenuti a prato e si eleva sulla strada con una cinta muraria alta dagli otto ai dodici metri circa.
Descrizione dei ritrovamenti:
Presso il cimitero è stato scoperto un insediamento abitativo di età romana, afferente al territorio di Aquae Statiellae. L’edificio comprende due corpi di fabbrica collegati da un passaggio e suddivisi all’interno da vani allineati, in parte destinati ad attività artigianali, rivelate dalla presenza di scorie, e affacciati su un cortile con pozzo coperto. La prima fase costruttiva è del I sec d.C., la seconda del IV-V secolo.
Informazioni:
La pieve dei SS. Nazario e Celso, è sita nel cimitero, a nord dell’abitato, sulla Strada Provinciale 206 (non è da confondere con la Parrocchiale dal medesimo titolo, nel centro storico.)
La Pieve è il tempietto rustico lontano dagli attuali centri abitati e sorto su itinerari di passaggio dei pellegrini, assolvendo la funzione di luogo di evangelizzazione, secondo la carta di Ottone I del 967. La pieve corrispose al distretto omonimo, ebbe diritto di sacre funzioni, di amministrazione del battesimo, già riservato in esclusiva alla sola Cattedrale della Diocesi.
La Pieve di Prasco, fiorente dal 1000 per cinque secoli, dopo la costruzione della Parrocchiale nelle vicinanze del Castello e le tremende pestilenze del ‘600, divenne lazzaretto e chiesa cimiteriale.
In origine a navata unica con transetto a tre absidi, dopo vari rimaneggiamenti ebbe un definitivo restauro conservativo negli anni ’90, con il totale rifacimento del tetto, costruito in castagno con cassonatura a vista di abete, e la pavimentazione in cotto.
La Pieve di Prasco, fiorente dal 1000 per cinque secoli, dopo la costruzione della Parrocchiale nelle vicinanze del Castello e le tremende pestilenze del ‘600, divenne lazzaretto e chiesa cimiteriale.
In origine a navata unica con transetto a tre absidi, dopo vari rimaneggiamenti ebbe un definitivo restauro conservativo negli anni ’90, con il totale rifacimento del tetto, costruito in castagno con cassonatura a vista di abete, e la pavimentazione in cotto.
http://www.iislevimontalcini.it/sitob/Prasco/chiese.htm